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29/10/14

Vivere senza soldi

10 esempi di persone che vivono felici senza soldi



Di Marta Albè - greenme.it
Ci sono persone così povere che l'unica cosa che posseggono è il denaro. Vivere senza soldi è davvero possibile? Come si fa a rinunciare a ricchezza e beni materiali o al proprio lavoro? Sono sempre più numerosi i casi di persone che nel mondo hanno detto stop al possesso di denaro, hanno chiuso il conto in banca e hanno rivoluzionato al propria esistenza, scegliendo l'autoproduzione, il baratto, una vita frugale in campagna che permettesse loro di coltivare il proprio cibo. 
Ecco 10 esempi di persone che vivono felici senza soldi. Le loro storie vi faranno riflettere.

1) Daniel Suelo

Daniel Suelo nel 2000 ha rinunciato del tutto al possesso di denaro. Si è liberato del conto in banca, della patente e della carta di identità. Ha rinunciato a guidare l'auto e si è rifugiato in una caverna nello Utah. Il suo obiettivo è il ritorno ad une bonomia basata sul dono, a un sincero contatto con la natura e alla possibilità di fuggire al richiamo dorato della società dei consumi Non si sente né ricco né povero, perché ricchezza e povertà non sono più termini di paragone che appartengono al suo mondo. Probabilmente è più felice e meno stressato di molti di noi.

20/06/14

La sfida della regina degli zingari

«Moneta 'Rom' contro euro e banche»

ROMA - Si chiama 'Rom' l'ultima provocazione della 'regina degli zingari', Lucica Tudor, che da anni si batte per i diritti dei rom. È una moneta ideata per rappresentare il popolo rom libero dallo strapotere delle banche.
La moneta, nelle intenzioni dela sua ideatrice, dovrebbe rappresentare l'uomo rom, capace di ideare e realizzare da solo nuovi stili di vita, libero dalle logiche globalizzate e da lobby bancarie che uccidono e depredano gli stati.

«Sogno di creare con il 'rom' scenari alternativi a un sistema socio-economico che scientificamente produce povertà ed emarginazione sociale, con l'obiettivo prioritario di migliorare la qualità della vita in termini di giustizia, solidarietà ed equità economica», spiega Lucica Tudor in una nota. 

«Il rom potrebbe essere uno strumento di intervento sul territorio, inteso come patrimonio collettivo e inalienabile, capace di favorire la nascita di una rete solidale, di valenza sociale ed economica - sottolinea la 'regina' - nell'ambito della quale sia possibile effettuare scambi circolari agiti fuori dalle abituali logiche economico-finanziare speculative, quelle cioè attualmente operanti nel nostro paese, così come in tutto il resto del mondo. La sostituzione della moneta sporca Euro (debito del portatore e proprietà della banca) con quella pulita (proprietà del portatore e debito della banca), andrà fatta gradualmente con la doppia circolazione»...



Ref.

20/05/14

"Gli svizzeri sono conservatori per il meglio e per il peggio"

Parla Serge Latouche, il teorico della decrescita
 
LUGANO - Serge Latouche, professore emerito di economia dell’Università di Parigi XI. È il teorico della decrescita e della deoccidentalizzazione. Ha recentemente pubblicato, presso Bollati Boringhieri, il saggio “Come si esce dalla società dei consumi”. Lo abbiamo sentito e ha condiviso con noi i suoi pensieri sull’attuale crisi della società occidentale.


Ciascuno di noi pensa di avere dei bisogni che un nuovo modello economico potrebbe non soddisfare? Perché dovremmo fare dei sacrifici senza  nessuna garanzia che il mondo ci segua in questo cammino?

"Prima di tutto non bisogna pensare all’uscita dal modello consumistico come a un sacrificio. Ci uccide fisicamente, con i pesticidi, il cibo spazzatura, obesità, cancro, malattie cardiovascolari. E ci uccide psicologicamente, con lo stress, le epidemie di suicidi e, cosa che non si è mai vista nella storia dell’umanità, i suicidi di bambini. Anche i bambini si suicidano!

Siamo arrivati a una società che non è una società felice, ma una società dell’abbandono.

Il sacrificio che dobbiamo fare è intraprendere un percorso di disintossicazione. È il sacrificio che il drogato deve fare per salvarsi la pelle. Certamente, anche se i traffici di droga continueranno, se la droga si continuerà a produrre, un tossicodipendente ha comunque un vantaggio a intraprendere una cura. Questo non eliminerà, non impedirà i traffici di droga, ma per lui questo significherà salvare la propria vita. Allo stesso modo, noi abbiamo interesse a mangiare più sano, a consumare meno, a distrurre più lentamente il pianeta. Anche se la società non cambierà, ne guadagneremo in benessere. Siamo dei drogati, siamo stati drogati. Vittime di una manipolazione, in particolare attraverso la pubblicità. La cura individuale dovrà evolvere in una cura collettiva, una disintossicazione collettiva. Bisognerebbe intraprendere un’azione di salute pubblica,  fare della contropubblicità, della
contromanipolazione. Infatti non è un caso che il movimento della decrescita sia nato da un associazione contro la pubblicità"


Rif. 
....ll baratto: economico, ecologico e divertente!....